Milano, 25 novembre 2016 – Dal passato prossimo (2013-2015) di cava di prestito utilizzata, previo pagamento dei diritti di estrazione al Comune, dalla Concessionaria di A58-TEEM per rifornire di ghiaia i cantieri limitrofi al presente di oasi per l’osservazione dei cigni neri visitata dagli appassionati di bird-watching.

La storia recente del sito di Vizzolo Predabissi (MI), scoperto, già dalla scorsa estate, dagli appassionati degli avvistamenti di uccelli, sembra confermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’attendibilità del cosiddetto postulato fondamentale di Antoine-Laurent de Lavoisier: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».

Nel senso che, se è vero che l’escavazione dei materiali usati per la costruzione di A58-TEEM ha creato un abbassamento del piano di campagna, lo è altrettanto che nulla s’è distrutto perché un laghetto ha coperto la superficie interessata dagli scavi e tutto s’è trasformato in una riserva ambientale allorché lo specchio d’acqua ha incominciato a richiamare specie più o meno rare dell’avifauna.

La legge di conservazione della massa delineata, alla fine del ‘700, dal chimico e biologo francese sembra, insomma, fornire l’ottica più corretta nella quale inquadrare l’inatteso insediamento di volatili nell’area che, al termine dell’attività lì svolta, Tangenziale Esterna SpA ha sottoposto a rinaturalizzazione nel rispetto degli impegni assunti con gli Enti locali.

La validità del principio fisico su cui si fonda la meccanica classica è, del resto, accreditata dal passa-parola in atto fra i bird-watcher che arrivano nei pressi della meta in auto percorrendo A58-TEEM (32 chilometri da Melegnano ad Agrate Brianza raccordati a sud con A1 Milano-Napoli, al centro con A35 BreBeMi e a nord con A4 Torino-Venezia) e uscendo al casello di Vizzolo Predabissi.

Gli appassionati ritengono, infatti, che la sorprendente concentrazione di tanti uccelli nella porzione più riparata del bacino sia spiegabile con il combinato disposto generato dalla sostanziale pulizia dell’acqua e dalle nuove piantumazioni effettuate dagli agronomi del Consorzio Costruttori TEEM nell’ambito della trasposizione dalla carta millimetrata alla realtà del Progetto Speciale Ambientale Lambro-Melegnano.

L’abbinamento di questi elementi avrebbe plasmato, secondo l’ipotesi avanzata dai bird-watcher, un habitat tanto ideale da attrarre, in pochi mesi, sulle sponde non solo un centinaio di uccelli acquatici comuni come germani reali, gallinelle e folaghe ma pure sei-otto rari cigni neri.

L’avvistamento, peraltro documentato da foto e filmati, dei maestosi volatili dalla livrea corvina originari dell’Emisfero Australe e piuttosto difficili da censire allo stato selvatico in Lombardia, non è, però, l’unico che rientra nel novero delle specie protette.

Tra giugno e settembre, gli appassionati avevano notato anche cavalieri d’Italia, resi inconfondibili dell’abito bianco e nero abbinato alle lunghissime zampe rosse, e gruccioni, riconoscibili grazie al piumaggio variopinto (marrone, azzurro, giallo, verde e arancione) e al becco scuro.

«Ho osservato i cigni neri nella seconda settimana di novembre – riferisce Walter Ferrari, qualificato esperto e presidente dell’Associazione Carengione di Peschiera Borromeo (MI) -. Un amico che abita a Vizzolo Predabissi mi aveva raccontato di avere scorto “strane bestie” nuotare nel laghetto. Mi sono recato in loco e non ho avuto alcun dubbio a identificare alcuni esemplari di Cygnus atratus Latham. C’erano anche germani reali, gallinelle e folaghe. In un’altra occasione, avevo adocchiato diversi svassi sulla sponda meno accessibile. Gruccioni? Personalmente, non ne ho visti ma ritengo possibile che lambiscano lo specchio d’acqua».

Là dove c’erano solo draghe, ruspe e tecnici dotati degli attrezzi usati per l’estrazione di ghiaia ora ci sono volatili e bird-watcher armati di binocoli. Ci troviamo davanti, quindi, a un’insperata «rotazione» che pare avvalorare il successo della riqualificazione ambientale cui è stata sottoposta l’ex cava di prestito in virtù di interventi specifici finanziati con i capitali privati garantiti da Tangenziale Esterna SpA.

Il futuro? L’area che ospita l’oasi spontanea rimarrà di proprietà della Concessionaria sino alla fine del 2016 in base all’apposita convenzione, stipulata con il Comune di Vizzolo Predabissi prima di iniziare le estrazioni, che impegna il Consorzio Costruttori TEEM a monitorare, comunque, la rinaturalizzazione sino al 2018.

Nei primi mesi del 2017, laghetto, sponde e terreni circostanti torneranno, dunque, nella disponibilità dell’Amministrazione guidata dal sindaco Mario Mazza, che sarà chiamata a definire la futura destinazione d’uso della superficie alla luce del vigente Piano di governo del territorio.

L’auspicio espresso dagli appassionati, fra l’altro in trepida attesa di una primavera all’insegna delle nidificazioni, è che Giunta e Consiglio di Vizzolo Predabissi improntino la programmazione urbanistica riguardante l’ex cava di prestito alla salvaguardia dell’avifauna e dell’habitat.

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